Senza pretendere di essere esaustivi, ecco una lista dei principali squilibri che il digiuno migliora:
• L’obesità e problemi associati: tasso elevato di colesterolo o di trigliceridi, diabete precoce, fegato grasso.• I problemi ghiandolari: ipotiroidismo, problemi legati al sistema riproduttivo (mestruazioni dolorose, irregolari), al fegato (che è una ghiandola), ai surreni, alle paratiroidi e al pancreas.• I problemi digestivi: costipazione, diverticoli, ulcere varie, cristallizzazioni.• I problemi circolatori: arteriosclerosi, ipertensione, prevenzione dei coaguli, varici, problemi legati alla circolazione venosa, emicranie, sensazioni di freddo.• I problemi del sangue: anemia, poliglobulia (eccesso di globuli rossi), squilibri vari nella composizione del sangue.• La degenerazione dell’apparato locomotorio: artrite, reumatismi, miosite, artrosi, osteoporosi…• I problemi legati al sistema difensivo: debolezza immunitaria, allergie, malattie dei gangli, artrite reumatoide, infezioni batteriche ricorrenti…• Le malattie virali: mononucleosi, influenze, bronchiti, laringiti, vaginiti…• Le malattie della pelle: acne, eczema, seborrea, iperacidità.• Le malattie del sistema nervoso: insonnia, irritabilità, malattie degenerative allo stato precoce (sclerosi a placche), esaurimento.• I problemi del metabolismo dei tessuti:cisti, tumori benigni, fibromi, infiammazioni, cancri precoci. Se si tratta di malattie genetiche trasmesse per eredità il digiuno non può curare totalmente la malattia, ma può prevenire uno stato di debolezza ereditaria che non è inevitabile; si manifesta in un organo o un tessuto meno resistente, che è il primo a deteriorarsi quando l’organismo raggiunge un certo grado di tossiemia. Evitando questa soglia di tossiemia patogena, si evita la manifestazione della debolezza ereditaria. Reazioni durante il digiuno…Quando si inizia un digiuno quasi inevitabilmente si presentano degli sviluppi fisici (le cosiddette “scariche”, ovvero crisi di disintossicazione) che non devono allarmare, ma anzi rasserenare, in quando il nostro fisico ha ancora la forza vitale dell’auto-depurazione. Ad esempio la lingua diventa patinosa e si avverte un orribile sapore in bocca, l’alito ed il sudore in genere sono fetidi, le urine diventano più cariche e possono colorare di scuro, essere più dense ed emanare un cattivo odore (spesso si sente l’odore di farmaci assunti anche decine di anni prima), si inizia ad espellere catarro, può venire la febbre, i dolori articolari diffusi, e per chi è abituato a bere molti caffè, quasi sempre forte mal di testa, nei primi giorni. Nonostante tali condizioni possono essere spiacevoli, esse rappresentano un processo purificatore così come lo è la perdita di peso. Naturalmente si manifesta e si accentua il disturbo già noto, ossia quello per cui si decide di digiunare (nel caso del digiuno terapeutico); poi vengono i disturbi legati a problemi di salute del passato. Tutti conservano nei tessuti postumi di traumi o di malattie passate. Digiunando, questi tessuti danneggiati si riparano; quando il danno è reversibile, la sua antichità non limita le nostre capacità di porvi rimedio. Il terzo disturbo che si potrebbe sperimentare è quello latente, ossia si potrebbe rivelare la presenza di un focolaio di infezione ancora sconosciuto che denota un disordine fisiologico che prima o poi si sarebbe comunque manifestato. Il disturbo segnala l’attività di autolisi.Se un disturbo diventa intollerabile, si frena l’autolisi con succhi di frutta fresca o l’applicazione di calore, senza fare ricorso ad analgesici e calmanti, sempre raccomandando il riposo completo. Dove digiunare…Il primo digiuno deve essere fatto sotto controllo di un esperto professionale in Igienismo – la Scienza della Salute, affinché il partecipante comprenda le reazioni provocate dal digiuno, evitando allo stesso tempo di commettere errori. Si digiuna in un clima di riposo lontano dalle preoccupazioni quotidiane, dallo smog e dal caos cittadino, possibilmente lontano dai familiari (spesso causa del nostro disagio).È preferibile che il luogo non sia troppo freddo visto che il digiuno diminuisce la resistenza al freddo.Purtroppo in Italia oggi non esistono Centri Igienisti a cui ci si può rivolgere per ricevere un’assistenza adeguata. Alcuni Esperti Igienisti organizzano periodicamente dei periodi in cui è possibile praticare un digiuno disintossicante. Controindicazioni…I casi in cui il digiuno è da escludere tassativamente sono pochi. Il primo è la convinzione che il digiuno non servirà a guarire i disturbi accertati. Poi la carenza nutritiva reale, anche se assai rara nella nostra società, la “ paura ossessiva” è controindicazione assoluta, il diabete in caso di dipendenza da insulina, la gravidanza è controindicazione relativa, al massimo si possono praticare digiuni brevi. Ogni dipendenza farmaceutica profonda deve essere attentamente valutata; per digiunare, l’organismo deve essere autonomo, ovvero deve saper compiere da solo le funzioni essenziali alla sopravvivenza, senza medicine. L’esperto in Igienismo deve studiare ogni caso con attenzione, per giudicare l’idoneità del digiuno. Preparazione al digiuno…Nelle settimane che precedono il digiuno si consiglia di mangiare più frutta e verdura cruda per rifornire al massimo i tessuti di vitamine e minerali. Si abbandonano gli eccitanti come il caffè, il tè, lo zucchero bianco, il cioccolato, l’alcol, i condimenti, i cibi di origine animali se fanno parte della nostra alimentazione. A quel punto, il nostro metabolismo può tornare al suo ritmo naturale, anziché essere snervato dalla presenza di stimolanti. Si dovrebbe praticare una discesa alimentare che consiste nell’eliminare gradualmente i farinacei, le leguminose, i cibi di derivazione animale, fino a nutrirsi esclusivamente di frutta fresca nei due o tre giorni che precedono il digiuno. La ripresa alimentare…Alla fine del digiuno, ricominciare a mangiare è un vero piacere, ma bisogna procedere con molta cautela. La rialimentazione è la fase più delicata del digiuno, ed è anche quella che viene più sottovalutata. Gandhi diceva che anche gli sciocchi sanno digiunare, ma solo i saggi sanno ricominciare correttamente a mangiare dopo un lungo digiuno. La ripresa va fatta in modo lento per abituare gradualmente l’organismo al cibo. Una buona ripresa alimentare deve avere, come minimo, la stessa durata del digiuno intrapreso. Esso s’interrompe in genere con frutta fresca acida (possibilmente biologica) masticata e insalivata a lungo. Si possono poi reinserire ortaggi freschi crudi, in seguito quelli cotti leggermente a vapore fino ad arrivare ad aggiungere gradatamente i farinacei e i legumi. Per restare disintossicati…Dopo il digiuno, si è disintossicati e tali si vuole restare. È possibile prolungare questo stato di benessere adottando abitudini sane e semplici:• Un’alimentazione sana, prevalentemente cruda (frutta, verdura, germogli);• Un riposo regolare tutte le notti;• Un esercizio fisico stimolante e nonviolento (camminare tutti giorni, il più possibile);• L’assenza di sovraffaticamento;• La rinuncia a: tabacco, alcol, caffè, droghe, medicine;• Una filosofia di vita appagante;• Brevi digiuni disintossicanti in primavera ed autunno. (tratto da “Il digiuno può salvarvi la vita” del dott. M.H.Shelton,“Fruttariani” di René Andreani,“Il digiuno per la propria salute” di Nicole Boudreau e “Mangez nature, Santé nature” 1 e 2 – di Albert Mosséri) Grazie… A Renè Andreani
renandreani@vegetarian.it
Preparazione al digiuno
Volendo intraprendere un digiuno autogestito, consigliati e seguiti da un esperto in Igienismo, è fondamentale una preparazione di almeno due settimane da farsi a casa prima di recarsi nel Centro prescelto. Prima settimana (a casa): se non si è igienisti praticare un’alimentazione vegetariana seguendo le combinazioni alimentari. Seconda settimana (a casa): mangiare frutta e verdura cruda durante il giorno e consumare un eventuale pasto serale con frutta cotta. Prima settimana (nel Centro): mangiare esclusivamente frutta cruda. Condotta durante il digiuno Il digiuno si fa in un ambiente calmo, tranquillo e senza tensioni. Durante il digiuno si diventa sensibili a tutte le influenze esterne poiché, non potendosi più nutrire di cibo materiale, ci si nutre di emozioni e di tutto ciò che l’ambiente offre. Le scuole della salute igienista sono i posti migliori per condurre un buon digiuno, con professionisti che aiutano ad intraprendere un viaggio che porta alla salute e ad interpretare ciò che succede durante questo cammino. Il digiuno aiuta a liberare dai condizionamenti psicologici; questi molte volte riafforano come tensioni ed è importante poterli ben gestire. Il periodo migliore per digiunare è quello caldo, dalla primavera all’autunno.
Non si prendono farmaci, non si fuma né si beve caffè. Per digiuno si intende solo una dieta idrica. E’ consentito bere solo ed esclusivamente acqua pura (orientativamente da 0,200 a 2 litri max al giorno). E’ importante seguire attentamente i desideri e bisogni del proprio corpo. Ci si lava usando solo l’acqua ed eliminando qualsiasi tipo di detergente. I denti si puliscono senza usare il dentifricio.E’ fondamentale entrare in uno stato d’animo di amore e di fiducia, vivere l’esperienza come se fossimo degli spettatori di ciò che succede, e cioè della “vis medicatrix naturae”. Ripresa alimentare Una buona ripresa alimentare deve avere come minimo la stessa durata del digiuno intrapreso. Una cattiva ripresa alimentare pregiudica i risultati ottenuti e può avere effetti nefasti sulla salute. Il digiuno si interrompe in genere con frutta fresca semiacida – possibilmente biologica – tagliata in piccoli pezzi, masticata e insalivataa lungo. La ripresa va fatta lentamente per riabituare gradatamente l’organismo al cibo. La rialimentazione è la fase più delicata del digiuno ed è anche quella che viene più sottovalutata. Gandhi diceva che anche gli sciocchi sanno digiunare ma che solo i saggi sanno ricominciare correttamente a mangiare dopo un digiuno. L’appettito ritorna velocemente e specialmente nei primi giorni questa fame deve essere ben gestita per non pregiudicare tutto il lavoro svolto. Primi tre giorni (meno di 500 gr al giorno) ore 12 frutta semiacida ore 17 frutta semiacida Dal quarto giorno in poi (massimo 1 kg al giorno) ore 12 frutta semiacida ore 16 frutta semidolce ore 19 frutta semidolce Dopo la prima fase della ripresa consigliamo di seguire la seguente alimentazione fruttariana standard: ore 12 frutta semiacida o acida ore 14 frutta semidolce o semiacida ore 16 frutta semidolce ore 18 frutta dolce fresca ore 20 frutta dolce secca o grassa (e, se non se ne può fare a meno, un piatto di verdura cotta)
Classificazione della frutta
Frutti acidi: ananas, arance, cedri, fragole, kiwi, limoni, mandaranci, mapo, mandarini, pompelmi Frutti semiacidi: amarene, lamponi, mangostin, marasche, mele (renette), melegrane, mirtilli neri, more, ribes nero, ribes rosso, uva spina, uva ursina (o mirtilli rossi) Frutti semidolci: albicocche, angurie, ciliege, durian, fichi d’India, fichi nostrani, peshe, pesche noci, manghi, mele, meloni, nespole, papaie, pere, rambutan, susine, uva Frutti dolci: banane, celimonie anone, datteri, kiwi, uva (zibibbo, pizzutella) e la frutta secca (fichi, uvetta, mele, pere, prugne, pesche, albicocche)Frutto grasso: avocado GRAZIE a:Renè Andreani – ww.vegetarian.t e a Sauro Martella – www.promiseland.it